VARIAZIONI SUL TEMA
della Comunità dei credenti - 1
L’ascolto
Lo spazio dove i giovani comunicano idee nuove e gli anziani comunicano esperienze di vita… è un’isola che non c’è più, poiché i giovani si isolano e i vecchi vengono isolati. Ma con la Comunità dei credenti quell’isola c’è: infatti essa è tipicamente lo spazio dell’ASCOLTO tra generazioni, tra mestieri e tra culture. Ai meeting si vuole accentuare questa così preziosa caratteristica mettendo a confronto un giovane e un anziano dove uno ascolta l’altro… almeno per qualche minuto! Solo un... "personaggio" non dirà mai a un giovane: "Sei troppo giovane per fare questo o quello!" e ad un anziano: "Sei troppo vecchio!" ed è il Creatore...
Verso il pluralismo
Nella natura, ogni forma di vita si adatta all’ambiente e ai cambiamenti per sopravvivere. Così le Comunità più avvedute si rinnovano del continuo (potatura della vigna...) per adattare le strategie ai tempi e ai luoghi. Oggi abbiamo pertanto una variegata gamma di Comunità, anche a seguito della liberalizzazione del diritto di interpretare le Scritture.
Come usufruire dei vantaggi che offre una realtà segnata dalla pluralità delle Comunità (che vediamo come un’opportunità anziché temerla?). La strategia adottata consiste nel sensibilizzare verso una flessibilità che permetta una mobilità di assestamento più serena e meno combattuta dei membri di Chiesa che non si sentono a loro agio, (con il rischio di non progredire) secondo il principio: "il giusto credente nella giusta Comunità": raggiunta una maggiore maturità può essere salutare per il credente di ricercare nuove opportunità, problema che le Chiese multitudiniste non hanno, in quanto gli adepti vengono iscritti nella Chiesa locale del Comune di domicilio.
Tra queste emerge un filone di alternative particolari, quello delle Chiese multitudiniste improntate sulla teocrazia, formatesi a seguito delle prime grandi persecuzioni, con entrata a partire dal battesimo dei bambini, una forma religiosa su impronta dell’Ebraismo.
I risultati si ottengono per mezzo di una ritualità intensiva e sofisticata, se non sempre attraverso spiritualità, almeno per religione con i suoi riti!
Ciò nonostante, come nel Cattolicesimo, vi si trovano forme assimilabili a sette, anche particolarmente rigide, tenute sapientemente sotto il medesimo tetto (vedi Medio Evo) come gli Ordini monastici. I più recenti : Comunione e Liberazione, Focolarini, Cammino neo-catecumenale, Rinnovamento dello Spirito, tutte piuttosto fondamentaliste nella ricerca di maggiore spiritualità e che fanno la differenza rispetto al formalismo della Chiesa multitudinista che ingloba tutti, riducendone però il carattere di universalità che la fa essere una così particolare alternativa, che concede però certe possibilità di approfondimento per gli adepti più esigenti.
Per lo Stato come per le Chiese multitudiniste, i gruppi che nascono da predicazione e quindi più fondamentalisti, vengono considerati come "sette", poiché distolgono dalla religione formale che garantisce a tutti i cittadini una morale educativa comune, adatta a farsi riconoscere come religione di Stato; ciò però crea l’equivoco che porta ad imporre a quella parte dei cittadini rimasti "cristiani da anagrafe" (cioè non praticanti pur essendo stati regolarmente battezzati da piccoli) regole spirituali che solo i credenti più avanzati sono in grado di praticare... e cioè "fanno moralismo".
Dal punto di vista del "Fondatore" emerge un principio che fa riflettere: "Il mio regno non è di questa terra". Con questo Egli ha voluto lasciarci un chiaro messaggio, come per dire: Siate attenti, meglio non fare della Chiesa una teocrazia, poiché equivarrebbe a Stato e dovrete tradire i miei insegnamenti! Uno Stato difatti ha l’obbligo di assicurare protezione alla popolazione, con tanto di esercito, armamenti e guerre, e di garantire la giustizia con tanto di polizia, giudici, tribunali e… capestro.
Il fondamentalismo come Test
Nessuna antica religione può essere praticata oggi in modo integrale. Chi la vuole praticare è tacciato di fondamentalista o integralista. Qui siamo di fronte a... un equivoco! Non si può rimproverare nessun credente, che volendo essere fedele alla propria religione, voglia osservare tutte le regole in modo integrale. Sarebbe in contraddizione con l'obbligo morale di essere fedeli! Non sembra corretto dunque di considerare l'integralismo e il fondamentalismo come attitudini asociali da condannare.
Nessuna antica religione può essere praticata oggi in modo integrale. Chi la vuole praticare è tacciato di fondamentalista o integralista. Qui siamo di fronte a... un equivoco! Non si può rimproverare nessun credente, che volendo essere fedele alla propria religione, voglia osservare tutte le regole in modo integrale. Sarebbe in contraddizione con l'obbligo morale di essere fedeli! Non sembra corretto dunque di considerare l'integralismo e il fondamentalismo come attitudini asociali da condannare.
Per dare un esempio nel campo professionale, chi lavora è tenuto ad osservare integralmente tutti i regolamenti della ditta presso la quale lavora. Il problema si situa ad un altro livello che consiste nel portare avanti un'ideologia obsoleta.
È invece da evitare di portare avanti un'ideologia obsoleta che contiene dottrine non più praticabili, quando è l'ideologia in questione che dovrebbe essere messa da parte definitivamente.
Il fondamentalismo è considerato un comportamento asociale. Eppure non è il voler praticare fedelmente una determinata linea che è da incriminare ma piuttosto il fatto di basarsi passivamente su una dottrina obsoleta e aberrante che inesorabilmente porta ad un fondamentalismo aberrante; se invece il fondamentalismo viene applicato su una linea che è in armonia con le regole sociali, allora abbiamo un fondamentalismo accettabile. Volete capire se una linea religiosa sia valida? Provate ad immaginarvi di praticarla letteralmente in tutte le sue regole a mo’ di fondamentalismo:
Mettiamo di prendere come fondamento l'Antico Testamento.
Ebbene, anche se valido nei tempi antichi, nella nostra realtà e nel nostro tempo avremmo un fondamentalismo assolutamente inaccettabile… in molti praticherebbero la lapidazione, la poligamia, il sacrificio di animali, si punirebbe secondo la legge del taglione, si odierebbero i nemici sterminando uomini, donne e bambini
… ed altro ancora.
Anche gli Ebrei più ortodossi, con intelligenza si guardano bene dal praticare un fondamentalismo basato sul Vecchio Testamento. Con questo, essi stessi riconoscono senza volerlo che la loro religione non può più veramente essere praticata nella forma arcaica e che un Tempio senza riti non ha più motivo di esistere!
Per chi volesse davvero dare continuità alla religione ebraica ci sarebbe un solo modo: riconoscere apertamente che il Messia ha ripreso questa antica ed epica religione per continuarla, sì, ma rinnovandola sotto un’altra forma, attraverso l’adempimento di ogni parte di essa. Una religione alleggerita dal gravoso peso di leggi e riti (un giogo pesante) tramutata in un "giogo leggero", che è stato il miracolo più grande, un atto di amore. In un certo senso gli Israeliti, da quando non hanno più il loro Tempio, si potrebbe dire che sono più vicini al Messia che a Mosè!