MAYDAY MAYDAY… QUI PIANETA TERRA !
La CREAZIONE
e il senso della vita
(parte seconda - 4)
Un virus che sfugge al controllo
Di tutta evidenza, da questo esempio emerge che è più prudente ed opportuno “puntare sulla interpretazione” come “ricerca di ipotesi”, piuttosto che come “ricerca di certezze”, rinunciando al bisogno di controllare ad ogni costo tutta la verità, magari forzando i passaggi biblici quando questi non sono sufficientemente chiari. È un po’ come volere avere a tutti i costi dei dettagli precisi anche quando una foto non è a fuoco… Allora si ricorre ai “ritocchi".
Rispettare le ricerche altrui… può aiutare perché rappresenta un passo verso la guarigione della Comunità dalla “settarite” che l’affligge! Tanto, vada come vada, “verità” ed “errori”, da quanto ci risulta, si trovano verosimilmente disseminati un po’ dappertutto (affermazione che non piacerà a molti), non è perciò il caso di illudersi che si possa appagare il bisogno gratificante “di avere sempre ragione” anche nel campo delle verità spirituali come negli altri “ambiti abituali”… ma non disperiamo: in cambio, tutti coloro che sono dalla parte giusta“li riconosceremo dall’amorevolezza... e non da una religiosa "puntigliosità”. ”.
Anche come credenti, pastori, prelati, si rischia di predicare "per inerzia" certe dottrine, basate su interpretazioni azzardate e obsolete "a cui non si crede più", perché, dopo anni di attività, non si trova la forza di operare un cambiamento magari per “non scandalizzare” o per le “troppe implicazioni”. Come uscire da questa situazione? Forse un modo potrebbe esserci:
…Passare senza esitare al setaccio certe interpretazioni ad ogni scaturire di nuovi eventi, nuove conoscenze e scoperte di rilievo che potrebbero portare una luce nuova su certi passaggi biblici e certe profezie, e come nel nostro caso, sulla creazione, per ovviare ad interpretazioni arrivate da tempi remoti, tipo Medio Evo, magari fossilizzatesi in dogmi… e trovare la forza di sottrarsi a ciò che noi chiamiamo un “virus che sfugge al controllo” che consiste nel “bisogno di avere sempre ragione”... e quindi di avere sempre pronta un'interpretazione precisa e puntigliosa su ogni argomento.
Un virus persistente, molto contagioso e che indisturbato imperversa su tutto lo scenario, spacciandosi per attitudine molto spirituale. È un po’ come se si dicesse ai neofiti: “Convertitevi su tutto ma non sull’arroganza e la presunzione altrimenti avremo dei problemi quando dovrete annunciare a tutti gli altri credenti, che loro sono senza distinzione nell’errore e che solo voi e noi abbiamo tutta la verità”!
Credere che per per fa valere un'idea e “emergere” si debba “prevalere” ad ogni costo sugli altri è piuttosto popolare, anche se invece nell’ambito spirituale vige, secondo il Maestro, un altro principio: "considerare gli altri più di se stessi”… forse “considerarsi invece superiori” chissà, cercando bene, farà parte di qualche altra religione… isolana…
Fondamenta insicure
Anche chi dice di non interpretare… praticamente interpreta. Per prima cosa ribadiamo che un’interpretazione non dovrebbe essere messa allo stesso livello del Big Book ma considerata solo come un'alternativa. Ci troviamo invece di fronte ad uno scenario dove prevale una mole di interpretazioni in numero quasi equivalente a quante sono le Denominazioni… le quali, ed è qui che si nasconde il pericolo, “da esse (interpretazioni) traggono la loro identità” le Denominazioni, non tenendo conto che "una interpretazione è soggetta a vedute di parte"… e che una volta elevata a dogma e linea dottrinale, si installa inesorabilmente nella “coscienza” dove, ahimé, anche una... "bufala" può apparire invece, a sé stessi, come la pura e unica verità!
Tra gli animali si è scoperto (Konrad, zoologo) “l’imprinting”: se un’oca alla nascita vede vicino a sé, mettiamo, una scarpa, crederà per tutta la vita che questa è sua madre… Se alla “conversione” (che è una nuova nascita) uno vede, vicino a sé, fosse anche una grande e bella "falsa dottrina", crederà per tutta la vita che questa è la madre di tutte le verità…
È pertanto necessario, per poter accedere alla “verità”, affinare continuamente la coscienza individuale come pure la coscienza collettiva!
Credere che la propria Denominazione sia l’unica, tra tutte, a detenere la verità assoluta, è piuttosto popolare. Questa caratteristica si ritrova talvolta nelle piccole Chiese come nelle grandi, nelle più recenti come nelle più affermate e secolari. La varietà di interpretazioni dimostra inoltre quanto sia scabroso afferrare tutte le sfaccettature nascoste in un dato passaggio e come sia difficile… trovarle riunite in un’unica linea denominazionale… per cui verità ed errori di interpretazione possono trovarsi ambedue presenti contemporaneamente, in piccola o in larga misura, come già detto, in ogni Denominazione.
A chi il diritto di interpretare
Tradurre “interpretazioni azzardate” in “dogmi e dottrine” poteva accadere nell’antichità tipo Medio Evo, ma nel nostro tempo “la conoscenza si è accresciuta”, senza contare che i credenti sono legittimati (dalla libertà che l’Evangelo riconosce loro, come ai “Bereani”) a verificare, senza sensi di colpa, dogmi e dottrine che nel presente, dopo secoli o millenni, potrebbero risultare fuorvianti al punto di essersi trasformati in pietre d’intoppo che è doveroso rimuovere dalla coscienza anche se ciò può far male!
L’infallibilità caratterizza la Chiesa Cattolica , che per un tempo rappresentava la Cristianità globale. A partire dalla Riforma, il diritto di interpretare è stato liberalizzato, dando il via a svariate forme di Denominazioni e Chiese, cosicché l’obbligo di rispettare “l’infallibilità”, stabilita dal Papato, è oramai limitato unicamente ai Cattolici che non rappresentano più la Cristianità globale ma ne sono soltanto un'alternativa.
Ne risulta che l’unità non è più quella linea univoca all’interno di un’unica Chiesa o Denominazione ma la ritroviamo, a nostro avviso, nella diversità e a livello spirituale, fra la Nuova Generazione di “Credenti Senza Frontiere” sparsi in tutte le Denominazioni.