MAYDAY MAYDAY… QUI PIANETA TERRA !
La CREAZIONE
e il senso della vita
(parte nona - 1)
Ipotesi interpretative
Cerchiamo dunque ora un’interpretazione della storia della creazione che possa oggi farci rimanere in sella…
Il racconto è incentrato principalmente su interventi di perfezionamento della Terra a partire dalla sua fase di protopianeta (…la Terra era “informe e vacua” ). Allo stesso modo, si può supporre che anche gli altri atti creativi possano essere stati preceduti da fasi preparatorie e preliminari.
a) 6 giorni sì, ma non di 24 ore
Stando al fatto che la terra e il sistema solare sono parte integrante della nostra galassia, con la quale sono in relazione di interdipendenza, ci sembra ovvio, diamine, tenerne finalmente conto! Secondo questa riflessione, il racconto sulla creazione non riguarderebbe più l’universo ma piuttosto la creazione della nostra galassia (o meglio già realizzato in tempi remoti, il perfezionamento della protogalassia) detta Via Lattea.
Il quarto giorno si assiste all’apparizione del sole, o protosole, della luna e delle stelle o protostelle, non dunque le stelle di tutto l’universo, già preesistenti ma bensì, ciò che ci pare del tutto ovvio, le stelle della nostra stessa galassia, fatto che ovviamente Mosè non era nella possibilità di intuire. Le stelle lontane del profondo universo che vediamo, distanziano da noi circa 12 miliardi di anni-luce (un anno luce è la distanza che la luce percorre in un anno), escludendo in tal modo definitivamente che la creazione dell’universo sia avvenuta in tempi più recenti. Difatti, se le vediamo, è che erano là già da 12 miliardi di anni-luce! a meno che non si tratti di protostelle o protopianeti, prima che avvenisse l’intervento creativo di perfezionamento.
“Che la luce sia” (primo giorno) non poteva riguardare il sole, in quanto creato al “quarto giorno”, ma bensì si può ipotizzare che si trattasse del nucleo della nostra galassia, una potente sorgente di luce e una gigantesca fonte di energia, da cui sono state generate protostelle e protopianeti (in divenire) e che oggi viene chiamato “Sagittarius A”. Un giorno galattico dunque e non un giorno solare di 24 ore! Se la Terra gira intorno al sole in 365 giorni, il sistema solare gira ora intorno al nucleo galattico (attualmente oscurato, rispetto alla Terra, da polveri oscure) alla velocità di circa 220 km al secondo e compie un giro completo (che sarebbe l’anno galattico attuale) in 225-250 milioni di anni-luce. La scienza ipotizza che abbia compiuto circa 20 orbite complete prima dell’apparizione dell’uomo.
Ma attenzione, durante la creazione la galassia “in espansione”, ai suoi inizi doveva avere verosimilmente un diametro infinitamente più piccolo del diametro attuale, per cui tutto il proto-sistema solare, compresa la terra, doveva trovarsi, dal nucleo galattico, ad una distanza molto inferiore all’attuale. L’anno galattico, pertanto, come anche il giorno galattico, alla creazione dovevano essere molto più corti di come risultano oggi… ma sempre infinitamente più lunghi del giorno di 24 ore e dell’anno di 365 giorni!
La distanza attuale del sistema solare dal nucleo galattico è stata stimata in 26.000 anni-luce. Dunque le stelle della galassia che vediamo oggi sono esattamente quelle di 26.000 anni fa. Ciò vuol dire che l’inizio della creazione (in questo caso, della galassia) a partire dalla fatidica parola «Che la luce sia» non può, di tutta evidenza, essere avvenuta in un’epoca più recente! A voi scienziati calcolare la durata di un giorno galattico di quel tempo! A voi teologi partigiani della creazione in 6 giorni letterali (ormai rimasti in pochi) ridimensionare il vostro calcolo.
b) Un’altra ipotesi alternativa…
…che si limita all’atto creativo iniziale, affidato subito dopo alle leggi naturali fondamentali che presiedono con autorevolezza la materia, gli elementi, le energie, lo spirito e che ne assicurano lo sviluppo grazie ad una complessa programmazione contenuta nell’oggetto creato:
- La Terra come incubatrice
- La Terra dunque allo stadio di “protopianeta” (informe e vacua).
- La Terra, potremmo dire, come “incubatrice”. Una distesa tra le acque che sono di sotto dalle acque che sono di sopra, indica verosimilmente che la Terra era avviluppata di acqua e vapori che implicano un’alta temperatura; lo scenario ideale che faceva del pianeta una “incubatrice” pronta per una inseminazione. Altrimenti perché usare il verbo “produca” ? che la terra “produca” della vegetazione, che le acque “producano” in abbondanza esseri viventi e volino degli uccelli sopra la terra, che la terra “produca” animali viventi secondo la loro specie, bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie… Un verbo che suppone qualcosa che va al di là della nozione di miracolo, a cui subentra la linea scientifica.
“Poi fu sera e poi fu mattina e fu il terzo giorno” una frase che può suggerire un’alternativa particolare: il giorno dedicato al lavoro creativo, e la notte che potrebbe significare un tempo indefinito, proprio come quando uno dorme, in cui il pianeta assumeva il suo ruolo silenzioso di incubatrice, come avviene per l’embrione che si sviluppa nel buio del ventre della madre.
Queste frasi (“che l’acqua e la terra producano”) potrebbero suggerire che possono essere state sparse nell’acqua semenze con la capacità di “mixarsi” tra loro (ciò che nell’acqua è persino inevitabile) per ottenere volutamente varie specie e innumerevoli varianti. Tutti i vertebrati, ivi compreso l’uomo, hanno moltissime particolarità in comune (omologia) come ad esempio uno stesso tipo di scheletro di base standardizzato, differenziato secondo le varie specie solo grazie al DNA. Ciò dimostra come il Creatore abbia agito con razionalità usando anche strategie che oggi sarebbero chiamate… industriali!