Vai ai contenuti
La fuga in Egitto e la strage degli innocenti - 5
Credenti Senza Frontiere
Pubblicato da Credenti Senza Frontiere in Profezie e messaggi biblici · 27 Febbraio 2012
Tags: fugastrageinnocenti

La fuga in Egitto e la strage degli innocenti

Nel libro del profeta Osea (dal 782 avanti Cristo) troviamo un passo (vers. 11:1)  in cui Dio parla del popolo eletto, dicendo:

"Fin dall'Egitto chiamai il mio figliuolo"
mentre Geremia (dal 626 avanti Cristo) vers. 31:15 si riferisce alle donne della Giudea che piangono i loro figli uccisi durante l'assedio dei Babilonesi:
"S'è udita una voce in Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata... perché essi non sono più".
Come molti testi dell'Antico Testamento, questi versetti hanno un duplice significato: uno storico contemporaneo o per un futuro imminente ed uno messianico. Ne abbiamo la conferma  da Matteo che  nel suo vangelo,  (2:15,18) ne fa l'applicazione riferendoli al ritorno dalla fuga in Egitto della famiglia di Gesù e alla strage degli innocenti voluta da Erode con lo scopo di eliminare il Messia.
Interessante sapere che cosa pensava del vangelo il famoso scrittore Jean Jacques Rousseau: «Se la vita e la morte di Socrate sono di un saggio, la vita e la morte di Gesù Cristo sono di un Dio. Diremo che la storia del vangelo è inventata a piacere? Amico mio, non è così che si inventa; e i fatti di Socrate, di cui nessuno dubita, sono meno attestati di quelli di Gesù Cristo. In fondo è allontanare la realtà senza distruggerla. Sarebbe più inconcepibile che parecchi uomini insieme abbiano fabbricato questo libro piuttosto che uno solo ne abbia fornito il soggetto. Mai gli autori Giudei avrebbero trovato questo tono, questa morale; e il vangelo ha dei caratteri di verità così grandi, così sorprendenti, cosi perfettamente inimitabili, che l'inventore sarebbe più straordinario dell'eroe».

Rousseau Jean Jacques - Emile, p. 36.




Torna ai contenuti